mercoledì 31 agosto 2016

Birra bionda LaSibilla, birrificio Le Fate

Siamo a Comunanza (AP) nella regione Marche.
Qui ha sede il Birrificio Artigianale Le Fate, nato dall'incontro tra un ex sommelier (Mauro Massacci) ed un'azienda agricola (Antonio Dionisi).
Attualmente il Birrificio imbottiglia una mezza dozzina di etichette.
L'azienda agricola non dispone d'attrezzature per la maltazione (trasformazione del cereale in malto), che è procedura complessa, generalmente non alla portata di piccole aziende agricole.
Peraltro la normativa richiede che tale fase debba avvenire solo all'interno dell'azienda oppure in alternativa, presso una struttura associativa di cui si è soci.
Il Consorzio Italiano Produttori Orzo e Birra (COBI) nato nelle Marche nel 2003, prendendo l'orzo dei conferitori e trasformandolo in malto di prima qualità nel maltificio consortile di Ancona, ha inteso risolvere le criticità relative alla fase di maltazione.
Così come altri soci produttori di cereali provenienti da tutta Italia, anche Birrificio Le Fate conferisce il proprio cereale nel maltificio consortile di Ancona dove avviene la selezione e trasformazione in malto.
LaSibilla è una birra bionda di bella fattura e d'impronta tradizionale, non connotata dal tratto aromatico intenso che fa da comune denominatore al resto della produzione.
Si presenta alla vista di color giallo paglia torbidescente per la presenza di sedimenti naturali e con cappello di schiuma alto, pannoso, persistente.
Profumi mediamente intensi di lieviti e fiore in appassimento, trovano conferma anche al palato.
In questa fase il quadro sembra poi orientarsi su toni terrosi e sottobosco.
Finale piuttosto persistente contraddistinto da note luppolate amarognole.
Ingredienti:
malto d'orzo, luppolo, lievito, zucchero
Abbinata su:
pizza con radicchio, salsiccia, mozzarella
Birra bionda artigianale LaSibilla - alcool 4,7 % - circa € 7,50 - cl. 75
Birrificio Le Fate
prodotto e imbottigliato da Dionisi Antonio Azienda Agricola,
contrada Colle Terme 5 (stabilimento: via Petrarca 3), Comunanza (AP).
Tel e Fax: 0736 844337
Mauro Massacci
Tel: 320 1108738
Email: info@birrificiolefate.it
Web: www.birrificiolefate.it

mercoledì 10 agosto 2016

Trentodoc sulle Dolomiti a Madonna di Campiglio.

Dal 18 al 21 agosto 2016 si terrà a Madonna di Campiglio (Tn) il secondo appuntamento con Trentodoc sulle Dolomiti, la manifestazione che, tra storia, cultura, musica e cucina, promuove le 44 case spumantistiche trentine aderenti all'Istituto Trento Doc.
Quattro giorni di appuntamenti che trasformeranno la Perla delle Dolomiti in un'enoteca a cielo aperto.
L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena.
comunicato stampa Press Trentodoc
Prosegue con l’appuntamento di Madonna di Campiglio la seconda tappa di Trentodoc sulle Dolomiti, giunto alla sua terza edizione estiva.
Le bollicine di montagna si presenteranno alla “Perla delle Dolomiti del Brenta” con un programma che coniuga musica e dj set, chiacchiere, cucina e racconti, abbinati al metodo classico trentino di 44 case spumantistiche associate all’Istituto Trento Doc.
Madonna di Campiglio si trasformerà in un’enoteca a cielo aperto, grazie all’accoglienza dei locali di qualità della località alpina e alla collaborazione con APT Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena.
Proposte gourmet, aperitivi e menù stellati studiati con attenzione per esaltare gli abbinamenti con Trentodoc, sono gli ingredienti che renderanno il weekend del 18,19, 20 e 21 agosto 2016 imperdibile per tutti gli appassionati di Trentino.
Senza%20titolo.png
Trentodoc, bollicine di montagna
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con GiulioFerrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento, per primo nel cuore della città diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità.
Da allora molti lo seguirono, fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico.
Trentodoc oggi unisce 44 produttori, è una realtà in costante crescita e ogni casa spumantistica persegue la sua personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento, con un unico comune denominatore: la qualità.
Le viti adatte a diventare Trentodoc, prevalentemente coltivate a pergola trentina, crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima caratterizzato da notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che una volta diventate vino, gli conferiscono come tratti distintivi eleganza, freschezza e persistenza.
Trentodoc può anche fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio, frutto di una ricerca della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
La qualità di Trentodoc “Bollicine di montagna” è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera.
Le uve dalle quali si ottiene sono Chardonnay, il cui vitigno è uno dei più coltivati in provincia (circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, il Pinot bianco e Pinot meunier.
La vendemmia è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia, che varia da un minimo di 15 mesi a un minimo di 36 per la riserva, ma arriva fino a 10 anni sui lieviti per i Trentodoc più raffinati ed evoluti.
Il marchio collettivo Trentodoc nasce nel giugno del 2007, al termine di un percorso che ha coinvolto rappresentati del mondo produttivo, delle istituzioni (in primis la Provincia Autonoma di Trento e Trentino Marketing) e la Camera di Commercio di Trento.
Le due “O” contenute nel marchio, vogliono simboleggiare il gesto del “remuage”, tipico del metodo classico.
Ad occuparsi della promozione del marchio è l’Istituto Trentodoc, fondato nel 1984 che rappresenta oggi 44 case spumantistiche trentine.
Dal 2016 e per le prossime tre edizioni, Trentodoc sarà partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso che assegna il titolo di Miglior Sommelier d’Italia e il premio Trentodoc.
Il Concorso candida il vincitore alle finali mondiali del più preparato comunicatore del vino.
Macintosh HD:Users:energiesociali:Desktop:Schermata 08-2457604 alle 10.04.19.png
Il calendario completo degli appuntamenti
L’APERITIVO TRENTODOC CON I PRODOTTI DEL TERRITORIO
Dalle ore 18 alle ore 20
- BAR DOLOMITI Giovedì 18 - Domenica 21
Trentodoc e degustazione di Formaggi di Malga
Via degli Sfulmini, 21
Tel 0465-440613
- CAFE’ CAMPIGLIO Domenica 21
Bollicine e sapori di montagna
Piazza Righi, 6
Tel 0465-442746
L’APERITIVO TRENTODOC IN MUSICA
Dalle ore 18 alle ore 20
- BAR DOLOMITI Venerdì 19 - Sabato 20
Dj-Set e bollicine di montagna
Via degli Sfulmini,21
Tel 0465-440613
- WINESTUBE Venerdì 19
Lounge live music e Trentodoc Hotel Crozzon
Viale Dolomiti del Brenta, 96
Tel 0465-442222
I MENU’ GOURMET
Giovedì 18 - Venerdì 19 - Sabato 20 - Domenica 21
dalle ore 20
IL CONVIVIO
Trentodoc e i profumi del territorio
Il Sommelier Riccardo Marmondi racconta Trentodoc
Executive chef Andrea Alfieri
Alpen Suite Hotel
Viale Dolomiti di Brenta, 84
Tel. 0465-440100

dalle ore 21
STUBE HERMITAGE
Le Dolomiti: poesia negli occhi, nel piatto e nel calice
Il Signor Giacomo Maffei racconta Trentodoc
Executive Chef Giovanni D’Alitta
BioHotel Hermitage
Via Castelletto Inferiore, 63
Tel. 0465-441558
I MENU’ STELLATI
Giovedì 18 - Venerdì 19 - Sabato 20 - Domenica 21
dalle ore 20
DOLOMIEU
Trentodoc e le origini
Il sommelier Marco MasèCalcagn racconta Trentodoc
In cucina lo Chef Enrico Croatti
DV Chalet Boutique Hotel & SPA
Via Castelletto Inferiore, 10
Tel 0465-443191

dalle ore 20
GALLO CEDRONE
Viaggio nel cuore dei monti con le bollicine di montagna
Il sommelier Giuseppe Greco racconta Trentodoc
In cucina lo chef Sabino Fortunato
Taverna dell’Hotel Bertelli
Via Cima Tosa, 80
Tel 0465-441013

LE 44 CASE SPUMANTISTICHE TRENTODOC
Abate Nero / Accademia Del Vino Cadelaghet / Agraria Riva Del Garda / Altemasi / Balter / Bellaveder / Borgo Dei Posseri / Cantina Aldeno / Cantina D’isera / Cantina Mori Colli Zugna / Cantina Rotaliana Di Mezzolombardo / Cantina Roveré Della Luna Aichholz / Cantina Sociale Di Trento / Cantina Toblino / Cantine Monfort / Cembra Cantina Di Montagna / Cesarini Sforza Spumanti / Concilio / Conti Bossi Fedrigotti - Masi / Conti Wallenburg / Endrizzi / Etyssa / Ferrari F.LliLunelli / Fondazione Edmund Mach / Gaierhof / Letrari / Madonna Delle Vittorie / Marco Tonini / Maso Martis / Maso Nero / Maso Poli / Metius / Moser / Opera Vitivinicola In Valdicembra / Pedrotti Spumanti / Pisoni F.lli /Revì / Rotari / San Michael / Simoncelli Armando / Viticoltori In Avio / Vivallis / Zanotelli Elio & F.lli / Zeni Giorgio

Per maggiori informazioni:
Istituto TRENTODOC
email: press.istituto@trentodoc.com
tel: +39 02 8733 4224
web: www.trentodoc.com

sabato 6 agosto 2016

Vino bio Fontorfio a Cossignano

Domenica 24 luglio 2016 abbiamo fatto visita all'Azienda Vinicola Fontorfio nel comune di Cossignano (AP).
Per raggiungere l'azienda si può fare il seguente percorso:
procedendo sulla Strada Statale 16 Adriatica, arrivati nel territorio amministrativo del comune di Cupra Marittima (AP), in corrispondenza di "Morrison's Pub" immettersi sulla Strada Provinciale 91 Val Menocchia, prendere poi direzione Ripatransone, Strada Provinciale 142, raggiungere e superare il comune di Ripatransone, prendere direzione Cossignano e Trivio Ripatransone; dopo circa 20 Km di percorso a partire dall'iniziale bivio sulla Statale 16 Adriatica, troveremo la "pietra miliare" indicante Strada Provinciale Cuprense Km 22, che sarà il riferimento di raggiunta destinazione.
Fontorfio è una piccolissima azienda vitivinicola artigianale, dislocata in territorio collinare nel comune di Cossignano (AP), a circa 400 metri sul livello del mare.
Fondata nel 2005, dispone di appena 2 ettari vitati, coltivati ad autoctono (Passerina, Pecorino, Montepulciano, Sangiovese) destinati però ad aumentare di 1/2 nel breve-medio periodo, per una produzione annua di circa 8.000 bottiglie, suddivise in 5 etichette tra vino fermo e vino spumante, con forbice prezzi in cantina compresa tra 6 ed 11 euro.
Oggi l'azienda è nel pieno di un processo evolutivo iniziato nel 2009 con la certificazione biologica, volto a definirne più marcatamente la fisionomia sui temi della tradizione e dell'artigianalità.
Il rinnovo dei vigneti coltivati ad autoctono e successive sperimentazioni enologiche rivolte sia ad ottimizzare il lavoro in vigna che a salvaguardare i valori d'annata, ne sono testimonianza.
La mancanza in cantina di adeguati impianti di trasformazione ha per il momento costretto la proprietà ad appoggiarsi ad altra azienda vinicola marchigiana, almeno per ciò che riguarda le fasi dell'imbottigliamento; tuttavia l'obiettivo di breve periodo sarà quello di svolgere in sede tutte le fasi di produzione e trasformazione.
Negli ultimi anni l'azienda ha deciso di sposare i princìpi della viticoltura ecosostenibile, adottando criteri ancora più rigidi a tutela della naturalità, sia nel vigneto che in cantina:
- uso di prodotti a base di zolfo per contrastare l'oidio in quantità inferiori a 60 kg/ha di zolfo polverulento e a base di rame per contrastare peronospora ed escoriosi entro un limite massimo di 3 kg/ha all'anno
- uso di prodotti di derivazione naturale, come ad esempio estratti vegetali, funghi o microrganismi antagonisti che permettano di ridurre ulteriormente l'uso di prodotti a base di rame e zolfo
- vendemmia manuale
- utilizzo di lieviti indigeni
- bassi dosaggi di anidride solforosa
- filtrazioni con attrezzature inerti aventi pori grossolani o non filtrazione
- non utilizzo di pratiche di cantina invasive atte ad alterare le caratteristiche intrinseche del vino e a modificarne i processi di vinificazione, come ad esempio dealcolizzazione, concentrazione tramite osmosi inversa, acidificazioni o disacidificazioni.
In sostanza, dal colloquio avuto con il proprietario Igino Brutti, mi pare di poter dire che l'impostazione produttiva della sua azienda rientri a pieno titolo nelle linee d'indirizzo proposte dal disciplinare dell'Associazione VinNatur, comunicate ai media proprio di recente e consultabili qui:
http://www.vinnatur.org/disciplinare-di-produzione-del-vino-vinnatur/
Nel corso della visita abbiamo degustato alcune etichette attualmente in commercio e un paio di "Riserve" da uva Montepulciano ancora in fase di maturazione in rovere, tra cui l'annata 2015 da clone "R7" particolarmente convincente per struttura e coerenza varietale, che sarà commercializzata tra un paio d'anni con etichetta "Offida Docg Rosso".
Etichette testate:
Marche Igt Rosato '14
Gaio Mario
alcool 12,5%
Ottenuto da uve Montepulciano 60% e Sangiovese 40%, si presenta alla vista di color rosa chiaretto.
Note floreali di rosa e violetta sia al naso che al gusto e ricordi di piccoli frutti rossi.
Tipico vino rosato disimpegnato e di facile abbinamento.
A breve, la gamma prodotti si arricchirà di un Vino Spumante di Qualità Rosè, ottenuto anch'esso con la tecnica "col fondo", attualmente in fase di presa di spuma.
Vino Spumante di Qualità '15
Cuprense 22
Ottenuto da uve prevalentemente Passerina, con saldo Montepulciano vendemmiato precocemente e vinificato in bianco.
Vino spumante "col fondo", rifermentato in bottiglia e senza sboccatura.
Si presenta giallo paglierino velato con effervescenza fine.
Al naso predominano sentori di lieviti, vagamente mielosi e buccia d'agrume.
In bocca la parte citrina prende il sopravvento e graffia.
La percentuale di Montepulciano mi pare di poter dire che non combini felicemente con la Passerina ed anzi accentui i caratteri ruvidi.
Certamente più convincente l'annata precedente ottenuta con la stessa tecnica "col fondo", ma da Passerina in purezza.
Marche Igt Bianco '15
Cossineo
alcool 14,5%
Ottenuto da uva Pecorino, si presenta alla vista di color giallo paglierino limpido con riflessi verdognoli.
Naso mediamente intenso, si giova di ossigenazione.
In questa fase prevalgono sensazioni verdi, acidità, cenni di riduzione.
In bocca recupera finezza, evidenziando toni decisamente sauvignonizzanti, pomacea, foglia di pomodoro.
La carica acidica gli garantirà la tenuta nel tempo.
Annata convincente, ma lo sarebbe stata ancor di più con ulteriore anno di affinamento in bottiglia.
Marche Igt Rosso '13
Castello di Marte
alcool 13,5%
Ottenuto da uva Montepulciano, vinificato in acciaio, si presenta alla vista di color rosso rubino con riflessi porpora.
Profumi e gusto improntati al frutto rosso e nero, ciliegia, sfumature vinose, accenni vegetali e amaricanti.
Media persistenza e lieve astringenza in chiusura.
Un Montepulciano allo stato puro, da abbinare su primi piatti succulenti, lasagne al forno, carni rosse, fegato alla veneziana.
Azienda Vitivinicola Fontorfio
contrada Fiorano 4 - Cossignano (AP)
Email: info@fontorfio.it
Tel: 0735 736076 
Cell: 3929192698
Fax: 0735 736076
Web: http://www.fontorfio.it/

lunedì 1 agosto 2016

Falerio Doc d'aMare 2016, risultati concorso

La 13^ edizione di “Falerio una Doc d’aMare” si è conclusa domenica 31 luglio nella tradizionale sede di Villa Baruchello a Porto Sant’Elpidio (Fm).
La manifestazione è stata introdotta dal convegno “I Territori del Falerio: Peculiarità e Differenze”, con interventi di parlamentari, rappresentanti di enti locali, consorzi e associazioni di categoria, Ais e Assoenologi, focalizzato su temi vitivinicoli strettamente tecnici, su temi inerenti la promozione turistica e sul valore trainante che in questo senso possono avere le eccellenze del territorio e le manifestazioni di riferimento.
A conclusione del Convegno, nel parco di Villa Baruchello degustazioni aperte al pubblico, banchi d’assaggio, cena a buffet e premiazione dei tre concorsi previsti:
miglior “Falerio Doc” e miglior “Falerio Pecorino Doc” riservati alle vendemmie 2015,
Un Piatto per il Falerio” riservato ai ristoranti di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare che hanno abbinato una loro ricetta ad un’etichetta di Falerio o Falerio Pecorino.
Risultati concorsi:
Falerio Doc
1) Falerio Doc ’15 Eva – Terra Fageto
2) Falerio Doc ’15 Alisso – Vini Firmanum
3) Falerio Doc ’15 Terre Cortesi – Terre Cortesi Moncaro
Falerio Pecorino Doc
1) Falerio Pecorino Doc ’15 Maree – Madonnabruna
2) Falerio Pecorino Doc ’15 settantase77e – Cantina Colli Ripani
3) Falerio Pecorino Doc ’15 Celestiale – Casale Vitali
Un Piatto per il Falerio
1) ex equo
- Hostaria Ponti Oscuri di Sant’Elpidio a Mare
(pollo in potacchio dell’hostaria con millefoglie di parmigiana estiva, abbinato a Falerio Pecorino Celestiale di Casale Vitali)
- Ristorante Sudomagodo di Porto Sant’Elpidio
(gallinella alle piccole verdure, abbinato a Falerio Doc Eva di Terra Fageto)
2) Trattoria Trentasette di Porto Sant’Elpidio
(baccalà alla carbonara, abbinato a Falerio Pecorino Doc Colle Monteverde di Rio Maggio)
3) La Locanda dei Matteri di Sant’Elpidio a Mare
(guerra tra poveri, abbinato a Falerio Doc di Saladini Pilastri)
Menzione speciale migliore ricetta 2016:
Ristorante Il Gambero di Porto Sant’Elpidio
(hamburger di pesce dell’Adriatico al profumo di limone su vellutata di porro, patate e zenzero, abbinato a Falerio Doc Eva di Terra Fageto)
Le valutazioni concorsi sono state curate da una commissione d'assaggio composta da sommeliers Ais e rappresentante Assoenologi.
Per quanto mi riguarda, avendo degustato parecchi vini ma in modo troppo ravvicinato, mi astengo dal formulare valutazioni su di essi.
Tuttavia ritengo di poter fare delle considerazioni di tipo generale.
A mio parere le due tipologie Falerio Doc e Falerio Pecorino Doc andrebbero il più possibile diversificate e non omologate come la tendenza in atto sembra dimostrare.
Falerio Doc prevede nell'uvaggio prevalenza di Trebbiano su Passerina, Pecorino e un 10% di altre uve autorizzate; ciò non consente al viticoltore ampi margini di manovra, all'infuori di una variazione dei dosaggi dell'una o dell'altra uva più o meno bene esposta in relazione all'andamento meteo d'annata. D'altro canto ciò finisce per rappresentare un valore aggiunto, poichè consente una sorta di standardizzazione del prodotto, che diventa territoriale e distinguibile.
Diverso è il discorso per Falerio Pecorino Doc, che prevede nell'uvaggio una percentuale minima di 85% di uva Pecorino. In questo caso il notevole potenziale espressivo di questa uva andrebbe pienamente realizzato, puntando su vini meno immediati, strutturati, più adatti alla conservazione, declinati diversamente rispetto ai Falerio Doc.