sabato 25 maggio 2013

Organic winery Poderi dei Colli, Porchia di Montalto Marche

Quarto e ultimo appuntamento prima della pausa estiva, per “La Cantina del Mese”: serie d’incontri con le aziende vinicole del territorio, curati e organizzati da Ais Marche delegazione di Fermo.
La visita del mese di maggio ci porta presso l’azienda vinicola Poderi dei Colli in frazione Porchia di Montalto Marche (AP): immersa nel magnifico paesaggio collinare a cavallo delle province di Ascoli Piceno e Fermo, a circa 25 chilometri di distanza dal comune di Pedaso (Fm) e dal litorale Adriatico.
Si tratta di un’azienda emergente, certificata biologica, curata negli aspetti tecnici ed enologici dal dott. Massimo Urriani.
Solo dal 2010 produce e vinifica in proprio, pur vantando la famiglia Mannocchi proprietaria dei fondi, una tradizione vitivinicola ultracinquantennale, ma limitata al conferimento delle uve.
Il dato saliente di quest’azienda, mi pare di poter dire che sia il connubio tra pratiche bio-sostenibili e utilizzo d’impianti di trasformazione tecnologicamente avanzati, laddove i secondi svolgono un ruolo di supporto, a tutela della qualità e a garanzia della salubrità del prodotto.
L’impostazione produttiva tende a prediligere: vendemmie leggermente anticipate o comunque non ricorrere a surmaturazioni esasperate, raccolte manuali e ghiaccio secco in vigna.
Inoltre concimazione naturale con letame, diserbo manuale e lotta ingrata antiparassitaria, completano l’impostazione biologica aziendale (a tale proposito sono in via di sperimentazione e attenzionate, viti di ultima generazione, resistenti in modo naturale agli agenti patogeni esterni).
In fase di vinificazione invece, entra di più in gioco la tecnologia, soprattutto per quanto riguarda il controllo delle temperature e la gestione della fase caldo-freddo; quindi criomacerazioni prefermentative su tutta la produzione e sosta sui lieviti più o meno prolungata a seconda delle tipologie, per estrarre il meglio dei caratteri delle uve.
Su queste basi l’azienda intende dare ai propri vini una loro identità, che faccia a meno, almeno per il momento, di orpelli, sovrastrutture o appesantimenti, ma che invece evidenzi il timbro del territorio e preservi l’espressione varietale.
Ovviamente nelle 6 degustazioni fatte nel corso dell’incontro (5 vini annata ’12 e 1 vino annata ’10), non c'era d'aspettarsi lo sviluppo di quadri organolettici particolarmente profondi o impegnativi; viceversa, ma questo è nella logica delle cose, immediatezza e piacevolezza hanno fatto da denominatore comune in tutte le etichette e sottolineato gli aspetti della territorialità e tipicità cui sopra accennavo, che oggi marchiano l’intera produzione aziendale.
L’azienda dispone di circa 50 ettari di proprietà così suddivisi: 10 in frazione Porchia di Montalto Marche (AP), 15 nel comune di Monterinaldo (FM), 25 nel comune di Porto Sant’Elpidio (FM).
Produzione media annua di oltre 100.000 bottiglie, che si pensa di portare nel breve termine a 150.000.
Prevalenza di vitigni autoctoni a bacca bianca come Passerina, Pecorino, Trebbiano e a bacca rossa come Montepulciano e Sangiovese; presenti in piccole parcelle anche Cabernet Sauvignon e Merlot.
Fascia di prezzo vini compresa tra i 4 e i 10 euro.
Abbiamo degustato:
Falerio doc ’12 (trebbiano, passerina, pecorino) - alcool 12,5%
Fresco, fruttato, tipicamente amaricante, discreta struttura per la tipologia.
Marche rosato igt ’12 (70% sangiovese, 30% montepulciano) – alcool 13%
Macerazione prefermentativa di 48 ore.
Bella piacevolezza con nota di ciliegia: fresco e sapido.
Marche rosato igt '12
Passerina spumante charmat extra dry – alcool 12%
Vino d’entrèe, piacevole, fresco, morbido al gusto, profumato di lieviti.
Raccolta delle uve per questa prima edizione, il 18 d’agosto.
Criomacerazione prefermentativa di 2-3 giorni.
Offida Passerina docg Rigò ’12 – alcool 12,5%
Raccolta manuale delle uve fatta il 20 settembre.
Criomacerazione prefermentativa breve di 2-3 giorni.
Affinamento sur lies per 2 mesi.
Profumato di fiori e frutto a polpa bianca.
Fresco al gusto con finale sapido.
Offida Pecorino docg ’12 – alcool 13%
Criomacerazione prefermentativa di 4 giorni.
Affinamento sur lies di 4-5 mesi.
Mediamente intenso al naso.
Discretamente complesso sia di profumi che di sapori.
In particolare evidenza: fiore bianco, frutto non estremamente maturo, note agrumate e mineralità.
Offida Pecorino docg '12
Rosso Piceno doc ’12 (50% sangiovese, 50% montepulciano) – alcool 13,5%
Solo acciaio.
Nonostante sia il vino rosso aziendale di base, sviluppa un suo bel carattere, poggiandosi sulla gradevole rugosità tannica avvertibile in centro bocca.
Rubino acceso, fruttato e floreale.
Marche rosso igt ’10 (90% montepulciano, 10% cabernet sauvignon) – alcool 13,5%
Vinificazione delle uve separata e successivo assemblaggio.
Fermentazione in acciaio con sosta sur lies per 15 giorni.
Malolattica in acciaio e affinamento in barrique solo per il 30%.
Si presenta alla vista rosso rubino cupo e profondo.
Al naso sviluppa profumi piuttosto intensi e complessi, giocati su toni erbacei di peperone, frutto, prugna matura, moderate sensazioni terziarie di cuoio, tabacco e noce moscata.
Vino da considerarsi ancora giovane, ma dal buon potenziale: in grado di evolvere positivamente e maturare nel tempo.
Marche rosso igt '10
Azienda Agricola Poderi dei Colli di Giuseppe Mannocchi e Tiziana Gobbi.
Contrada Piagge 3, frazione Porchia di Montalto Marche (AP).
tel. e fax: +39 0736 828563
email: direzione@poderideicolli.it
http://www.poderideicolli.it/en/

6 commenti:

  1. Bel report, complimenti.
    Avrei una domanda: a che serve il ghiaccio secco in vigna?

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    1. Tutta l'impostazione produttiva prescelta da Urriani, si basa sul controllo caldo-freddo delle temperature.
      Anche in vigna, in tempo di vendemmia, specie se fatta sotto il solleone estivo, l'utilizzo di ghiaccio secco dovrebbe evitare stress termici alle uve che poi saranno sottoposte a criomacerazione in cantina.

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    2. L’impiego del ghiaccio secco nel corso delle operazioni prefermentative ha acquisito sempre maggiore importanza per il raffreddamento delle uve con l’obiettivo di rallentare tutti i processi ossidativi a carico dei polifenoli e degli aromi, oltre che per arrestare le precoci ed indesiderate attività fermentative. Il freddo preserva nel chicco d’uva i componenti che il caldo e l’attività enzimatica normalmente distruggono a partire da 10°C. Durante il trasporto delle uve, il raffreddamento con ghiaccio secco evita l’attività enzimatica che si accelera nel “travaso” delle uve all’interno dei tini di fermentazione. Quando la temperatura esterna durante la raccolta è molto elevata, le uve arrivano presso le cantine a temperature molto pericolose per il corretto svolgimento delle operazioni di vinificazione.

      Dopo anni di prove nelle differenti aziende ritengo che l’impiego del ghiaccio secco costituisca uno strumento indispensabile per preservare la qualità delle uve maturate in vigna; seppur in certe realtà il raffreddamento delle uve e del diraspato venga ottenuto con l’impiego di celle frigorifere o scambiatori di calore, il suo ruolo nel proteggere gli aromi ed i polifenoli dall’attacco dell’ossigeno creando un ambiente saturo di anidride carbonica è determinante ai fini del miglior risultato enologico. La CO2 sublimando satura l’ambiente circostante, creando un ambiente refrigerato e allo stesso tempo privo di ossigeno, evitando così fastidiosi fenomeni di ossidazione.
      La bassa temperatura, inoltre, consente la delicata frattura della buccia dell’acino, liberando le sostanze aromatiche senza estrarre molecole sgradevoli, astringenti o aggressive.
      Il vino ottenuto con la vendemmia a freddo, confrontato con vino ottenuto dallo stesso vitigno con tecnica tradizionale, mostra un maggiore rispetto della caratteristiche del frutto. E’ ormai sperimentalmente riconosciuto che un abbattimento termico fin dalle prime fasi della raccolta dell’uva da una parte rallenta il processo di fermentazione e dall’altra protegge il prodotto.

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    3. Pochi sono a conoscenza dell'evoluzione delle tecniche; per questo andrebbero divulgate.
      Mi sarebbe piaciuto farci un post apposito sull'argomento.

      thanks

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  2. Bel report, complimenti.
    Avrei una domanda riguardo a un aspetto che non mi è chiaro: a che serve il ghiaccio secco in vigna?

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  3. Ecco: il ghiaccio secco serve a tener bassa la temperatura durante il trasporto delle uve in cantina.
    Avevo erroneamente capito che avesse un ruolo nel ciclo vegetativo delle piante.

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